Editoriale n. 1 2022

Alberto Baldi

Dipartimento di Scienze Sociali, Università degli Studi di Napoli Federico II

Eugenio Zito

Dipartimento di Scienze Sociali, Università degli Studi di Napoli Federico II

Indice

Antropologia del lavoro e dell’impresa
Miscellanea
Recensioni
Sezione in ricordo di Luigi Maria Lombardi Satriani

Il numero 1/2022 della rivista EtnoAntropologia, che qui di seguito introduciamo brevemente, si apre con una corposa sezione monografica curata da Fulvia D’Aloisio e Simone Ghezzi. Tale sezione è dedicata al tema del lavoro, focus centrale delle etnografie degli autori che vi contribuiscono, con una particolare attenzione, nei loro campi di ricerca, al cambiamento accelerato che sta investendo vari settori produttivi di beni e servizi.

Il numero include un ulteriore articolo nell’area miscellanea insieme a due recensioni; infine ospita una sezione in ricordo di Luigi Maria Lombardi Satriani scomparso lo scorso 30 maggio.

Dei vari contributi enunciati si riportano di seguito sintetici cenni rimandando alla loro lettura.

Antropologia del lavoro e dell’impresa

La sezione monografica Prefigurare il lavoro del futuro. Scenari etnografici e riflessioni antropologiche tra crisi finanziaria e crisi pandemica, introdotta dai curatori Fulvia D’Aloisio e Simone Ghezzi, costituisce un’occasione di riflessione antropologica, a più voci e con diverse prospettive, sui temi del lavoro, tra crisi finanziaria e crisi pandemica e quindi sulle sfide dell’antropologia contemporanea nella comprensione della portata di tali cambiamenti.

Tale sezione monografica, oltre l’introduzione firmata dai curatori, include in totale sette saggi rispettivamente di Franco Lai, Simone Ghezzi, Matteo Saltalippi, Fulvia D’Aloisio, Michele Filippo Fontefrancesco, Andrea Tollardo, Margherita Sabrina Perra e ospita infine un’afterwards di Andrea Fumagalli.

Questi contributi, facendo riferimento a riflessioni teoriche e ricerche etnografiche svolte in diversi contesti, contribuiscono al dibattito sui temi del lavoro e dell’impresa in chiave antropologica, toccando diverse tematiche cogenti.

Più nello specifico, in questi saggi, si passa da alcune considerazioni sul lavoro del futuro a medio termine nel mondo contemporaneo caratterizzato dall’impatto delle innovazioni tecnologiche e dalle crisi economiche e finanziarie, in cui la pandemia ha fatto emergere gli aspetti concreti dell’interconnessione della globalizzazione (Franco Lai), a riflessioni sul periodo attuale, caratterizzato da una successione di eventi critici che hanno stravolto il campo di ricerca con effetti prolungati (Simone Ghezzi). Il riferimento è, in questo ultimo caso, sia al distretto industriale della Brianza, da sempre resiliente, ma anche minato dall’accumularsi di fragilità, con la creazione così di nuove incertezze e liminalità, sia al ricercatore che si trova in una situazione di incertezza per lo sfasamento temporale fra l’osservazione dei fenomeni che cambiano velocemente e la scrittura etnografica ex-post che non riesce a tenere il passo di tali cambiamenti.

Ancora, si affrontano questioni come quelle sollecitate da una ricerca etnografica tra i lavoratori siderurgici di Acciai Speciali Terni, di proprietà di ThyssenKrupp, durante una lunga contesa sindacale nel 2014/2015 (Matteo Saltalippi). Attraverso una rassegna storica e un’analisi dei dati etnografici, si mostra come, da un lato, forme consolidate di protesta influiscano su questioni di identità e appartenenza di classe, e dall’altro, forniscano strumenti e terreno fertile per confrontare passato e presente dell’industria.

Si riflette poi su interrogativi come quelli suscitati dall’analisi antropologica di un esempio italiano di industria 4.0, realizzato nel reparto di produzione del SUV Urus, in Automobili Lamborghini del Gruppo VW-Audi, analizzando aspetti della realizzazione del reparto, della trasformazione del prodotto auto e del processo produttivo, interamente informatizzato e supportato da una tecnologia paperless (Fulvia D’Aloisio).

Si discute di fattori socio-culturali ed economici che determinano il ritorno all’agricoltura in un contesto di abbandono delle aree rurali, con un’attenzione sulla nuova imprenditoria agricola di piccola scala in Italia, in base a una casistica condotta nel Piemonte meridionale, suggerendo che il “ritorno all’agricoltura” è limitato dal difficile accesso alla terra, dagli alti costi di avviamento e da un basso livello di conoscenze tecniche (Michele Filippo Fontefrancesco).

In questa sezione monografica si riflette, ancora, su come le modalità specifiche di inserimento nel mercato mondiale di un’area montana delle Alpi trentine, fortemente caratterizzata da un’industria estrattiva di cava, abbiano contribuito alla generazione del presente stato di crisi economica e di senso di fine delle opportunità diffuso nelle località considerate. Ciò è stato fatto attraverso il tentativo di individuare tanto degli sviluppi storici che si ritengono rilevanti, quanto delle istituzioni sociali e culturali di lungo periodo nell’area presa in considerazione (Andrea Tollardo).

Si discute infine sul valore sociale del lavoro nel settore pubblico come percepito dai suoi stessi dipendenti ed emergente da alcune ricerche condotte dal 2017 in poi in diversi settori della pubblica amministrazione. La questione della pubblica amministrazione è pertinente per le continue e diverse inefficienze che le sono state attribuite, che l’hanno cambiata modificando il rapporto con i cittadini. In questo contesto si evidenzia come i dipendenti pubblici facciano fronte alla crescente difficoltà di conciliare la propria etica professionale con le finalità della pubblica amministrazione (Margherita Sabrina Perra).

Molti degli spunti forniti da tale varietà di contributi sono poi ripresi in chiave critica da Andrea Fumagalli nel suo afterwards in cui viene sottolineato quanto questa sezione monografica abbia come oggetto di studio un tema particolarmente ambizioso quanto nevralgico, tema quindi tra i più dibattuti negli ultimi anni, soprattutto dal punto di vista economico e tecnologico, anche considerando che, oltre a situazioni di emergenza particolarmente gravi, quali la sindemia da un lato e l’escalation bellica dall’altro, si � verificata una significativa accelerazione del progresso tecnologico, sino al punto in cui si è andato prefigurando un nuovo paradigma tecnologico.

Miscellanea

Nella miscellanea di questo numero trova posto il saggio a firma di Francesca Cervini dal titolo Quando il servizio è gratis il prodotto sei tu. Religioni imprenditoriali ed emergenza sanitaria nel carcere portoghese. In esso l’autrice si concentra sulla Chiesa Universale del Regno di Dio (IURD), una delle religioni imprenditoriali più potenti. Analizzando la sua “strategia di marketing” basata su donazioni e supporto umanitario, l’autrice prova a fare luce sulla presenza e sul posizionamento ambiguo di IURD all’interno di un contesto specifico, una prigione femminile portoghese. Da un lato, IURD mette in evidenza le connessioni tra i suoi valori e l’ordine carcerario, dall’altro, mira a penetrare negli strati spessi della governance carceraria, soprattutto durante il momento critico della pandemia di Covid-19. Cervini mostra inoltre il modo in cui IURD inquadra la sua azione all’interno delle nuove ideologie penali neoliberiste che sfidano il secolarismo, rafforzando allo stesso tempo il controllo e la sicurezza.

Recensioni

Due sono le recensioni presenti nel numero, firmate rispettivamente da Franco Lai ed Eugenio Zito.

La prima recensione, di Franco Lai, riguarda il volume di Fulvia D’Aloisio dal titolo Partecipare all’impresa globale. Una ricerca antropologica in Automobili Lamborghini, edito nel 2021 da FrancoAngeli (Milano). Come sottolinea Lai si tratta di un lavoro importante nel panorama degli studi di antropologia dell’impresa, scritto da una ricercatrice da anni impegnata nello studio della grande impresa manifatturiera e nell’organizzazione del lavoro di fabbrica, tema esplorato in ricerche sul campo anche in altre industrie italiane. Nella recensione viene offerta sia una sintetica panoramica del volume, sia una discussione critica su alcuni singoli aspetti. Il libro, risultato di una ricerca di tre anni condotta negli stabilimenti della Lamborghini grazie a un accordo tra l’impresa e il Dipartimento universitario dell’autrice, è strutturato in modo organico e contiene sia capitoli descrittivi ed etnografici sia capitoli di discussione teorica e di bilancio sugli studi di antropologia dell’impresa e del lavoro compiuti in Italia e in altri Paesi. Lai mette in evidenza come D’Aloisio durante la ricerca abbia coperto l’insieme delle reti di relazione presenti nell’azienda: gli operai, i manager, i rappresentanti dei sindacati. Si tratta, quest’ultimo, di un punto cruciale del volume, perché l’autrice ha ricostruito le modalità di svolgimento del modello di organizzazione del lavoro, noto anche a livello politico per le caratteristiche delle relazioni industriali tedesche. Infatti, rispetto alle relazioni industriali italiane, il modello tedesco si differenzia per la partecipazione dei lavoratori ai processi decisionali dell’azienda.

La seconda recensione, scritta da Eugenio Zito, riguarda il volume di Fiorella Giacalone dal titolo Tra hijab e pratiche sociali. Generazioni di donne musulmane in Italia, edito anche in questo caso caso da FrancoAngeli (Milano) nel 2021. In esso l’autrice affronta alcune significative dinamiche relazionali e affettive riguardanti generazioni di donne musulmane in Italia, con particolare riferimento all’Italia Centrale e all’Umbria. Vengono così evidenziati e analizzati quei processi di cambiamento che le migrazioni attivano, sia nelle pratiche religiose che nell’identità di genere, creando nuove e inedite dimensioni del femminile nel passaggio tra prime e seconde generazioni. In questo modo il volume, forte della lunga esperienza etnografica della sua autrice, si inserisce in modo originale, e con un contributo specifico riguardante proprio l’Italia, all’interno del complesso dibattito relativo alle donne musulmane, spesso oggetto di discriminazione a più livelli. Giacalone affronta la questione del genere usando una più complessa ottica intersezionale, lavorando su sessismo e immigrazione, mostrando, nell’ambito di articolati percorsi etnografici, come religione, genere e razzismo determinino spesso forme di significativa esclusione sociale.

Sezione in ricordo di Luigi Maria Lombardi Satriani

La sezione dedicata a Luigi Maria Lombardi Satriani, recentemente scomparso, chiude il numero e include gli scritti di Gianfranca Ranisio, Patrizia Resta, Alberto Baldi, Eugenio Zito, Vincenzo Esposito e Lello Mazzacane. Questi contributi, redatti da allievi, colleghi e amici che lo hanno frequentato e nel tempo si sono confrontati con la sua persona e il suo pensiero, offrono una prima opportunità per ricordarlo e per cominciare a riflettere insieme su temi e filoni di ricerca da lui praticati e/o aperti.