Editoriale n. 1 del 2021

Alberto Baldi

Dipartimento di Scienze Sociali, Università degli Studi di Napoli Federico II

Eugenio Zito

Dipartimento di Scienze Sociali, Università degli Studi di Napoli Federico II

Il numero 1 anno 2021 della rivista EtnoAntropologia, che ci accingiamo a presentare, ospita due impegnative sezioni monografiche su tematiche di cogente attualità, la prima, curata da Carlo Capello, Panas Karampampas e Jutta Lauth Bacas, dal titolo The Future(s) of the Mediterraneans: Between Uncertainty and Resilience, la seconda, curata da Fiorella Giacalone, intitolata Riflessioni al tempo del covid: relazioni di cura, forme di socialità e gestione della morte. A completare il numero si aggiunge una breve sezione di miscellanea e un paio di recensioni.

I contributi della prima sezione monografica dedicata al Mediterraneo, tutti in lingua inglese, sono cinque, oltre la ricca introduzione dei curatori e la postfazione critica di Daniel M. Knight. Toccano una varietà di stimolanti questioni legate alla contemporaneità, dai futuri dell’ospitalità nel Portogallo contemporaneo (Giacomo Pozzi), all’analisi del culto mariano sull’isola di Lampedusa tra turismo di massa e crisi migratoria (Francesco Vietti); dalle figlie illegittime che rivendicano il loro futuro e le incertezze dell’amore non coniugale a Casablanca in Marocco (Irene Capelli), a un’analisi su società civile e itinerari di impegno personale nella transizione democratica in Tunisia (Giovanni Cordova), fino alle riflessioni su parentela, attivismo, forme di solidarietà e salute pubblica come modalità interdipendenti di fornitura di cure durante la fase di austerità in Grecia nel recente periodo di recessione economica (Andreas Streinzer).

I contributi della seconda sezione sono sei, oltre l’analitica introduzione della curatrice, ed affrontano questioni di altrettanta attualità connesse all’emergenza pandemica. Vanno da tematiche del welfare a partire da un’ottica di genere e in una prospettiva di ricerca etnografica con interviste ad assistenti sociali in Umbria (Fiorella Giacalone) a un’analisi critica, basata su un approccio auto-etnografico, sui dispositivi di protezione facciale, le mascherine, introdotti a livello globale per far fronte alla pandemia di Covid-19 (Alessandra Broccolini), da riflessioni sulla pratica della DAD a livello universitario per le limitazioni imposte dalla crisi sanitaria (Daniele Parbuono) a considerazioni sull’idea del complotto e sulla prospettiva dell’ospedale come luogo di perdita più che di cura (Lia Giancristofaro e Pierpaolo Di Carlo), da un’analisi delle diverse forme che ha assunto l’immagine della morte nel suo percorso digitale nell’epoca pandemica (Alberto Baldi) fino a una riflessione sul ruolo dei “passeurs” in una fase in cui se è vero che la morte viene digitalizzata nelle diverse forme che il web assume, rimane ancora l’idea dell’anima che trasmigra in un’altra dimensione (Alfonsina Bellio).

Il numero include anche tre ulteriori articoli nell’area miscellanea sui temi delle relazioni di genere nei balli tradizionali della Sardegna centro-meridionale (Alessandro Deiana), della centralità simbolica della figura di “Zeza”, la moglie di Pulcinella, nelle rappresentazioni dei carnevali campani (Vincenzo Esposito), dell’etnografia multi-specie e delle relazioni uomo-animale con l’approfondimento di un singolare tipo di turismo con gli animali come il trekking con l’asino (Lia Zola).

Sono altresì presenti nel numero due recensioni di Ciriaca Coretti.