Breve storia del Natale

Una strana festa raccontata da un antropologo

Tamara Mykhaylyak

Dipartimento di Scienze Sociali, Università degli Studi di Napoli, Federico II

Eugenio Imbriani, Breve storia del Natale. Una strana festa raccontata da un antropologo, Edizioni Grifo, Lecce 2020, pp. 1-64, ISBN: 9788869942518.

Nel libro Breve storia del Natale. Una strana festa raccontata da un antropologo, Eugenio Imbriani svela molte curiosità su una delle feste più amate e celebrate nel mondo. Esordisce soffermandosi sulle origini del Natale estremamente complesse e ramificate. Nei quattro Vangeli canonici c’è ben poco dell’immagine del Natale così come lo conosciamo oggi; gli unici a parlare della nascita di Cristo sono infatti Luca e Matteo. Più tardi i Vangeli apocrifi nonché molteplici racconti e leggende originatisi in contesti culturali anche molto distanti e in periodi altrettanto diversi hanno contribuito ad accrescere il mito di questa festività. Codeste storie, siffatte narrazioni mitiche l’autore analizza adottando un approccio interdisciplinare e attinge a fonti storiche, antropologiche e iconografiche.

Il capitolo di apertura analizza le figure dei Magi dalle loro prime e nebulose descrizioni nei Vangeli canonici a testimonianze via via più nitide e complesse come quella lasciataci da Giovanni Hildesheim, carmelitano tedesco del XIV secolo, nel suo Liber de trium regum corporibus Coloniam translatis. Più nel dettaglio il tema della stella cometa è sviluppato rifacendosi agli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni nonché al bassorilievo che raffigura l’Adorazione dei Magi all’interno della cattedrale di Notre-Dame.

Il secondo capitolo è dedicato invece alla gravidanza miracolosa di Maria, ancora rifacendosi ai diversi Vangeli e agli scritti di Hildesheim che arricchiscono questo evento di nuovi dettagli.

Nel capitolo successivo l’osservazione si sposta sui Vangeli apocrifi, che ebbero una significativa influenza nella formazione e nella strutturazione di riti e tradizioni natalizie. Il Vangelo della Natività di Maria (Protovangelo di Giacomo) e il Vangelo dell’infanzia del Salvatore, ad esempio, aggiunsero ulteriori elementi al racconto originale della natività.

Alle vicende del calendario è riservato il quarto capitolo. Qui l’autore propone in modo sintetico, la questione di date e tempi del Natale. Rispetto alla Pasqua, legata al calendario lunare, il Natale segue invece il calendario solare.

Nel quinto capitolo si riflette sul tema della luce, della luminosità che pervade la scena della natività. Tale tema è collegato alla dimensione festosa in cui si iscrive la nascita del Cristo.

Il sesto e ultimo capitolo è dedicato al dono dove più cogente è il riferimento a fonti di natura antropologica. A proposito della funzione sociale del dono l’autore ricorda il rito kula descritto da Bronislaw Malinowski in Argonauti del Pacifico occidentale, il Saggio sul dono di Marcel Mauss nonché le offerte di cibo durante i festeggiamenti di San Giuseppe in molte località della Puglia. Vengono citati anche Lévi-Strauss e Van Gennep in merito alle loro ricerche sulle figure che in ambiti ed epoche diverse portano tradizionalmente regali ai bambini.

In questa sua opera Eugenio Imbriani si mostra capace di attingere a molteplici fonti differenti mediante le quali costruisce un ordito complesso di storie e personaggi. L’autore mette in evidenza in qual modo tali composite storie abbiano contribuito all’articolazione e definizione di una “strana festa” chiamata Natale, un rito caleidoscopico che alimenta, definisce, ma pure distingue una pletora di narrazioni culturali che tratteggiano e rendono particolarmente densi gli orizzonti mitici, le messe in scena e le significazioni simboliche dei riti natalizi.