Editoriale n. 2 2018

Alberto Baldi

Università di Napoli Federico II

Eugenio Zito

Università degli Studi di Napoli Federico II

Da questo numero EtnoAntropologia si dota di un Comitato Scientifico Internazionale che vede la presenza, assieme ad antropologi italiani, ivi compresi i membri del direttivo della Società Italiana di Antropologia Culturale (SIAC), anche di apprezzati studiosi stranieri, il cui numero si auspica in crescita già dalle prossime uscite. Si tratta di ricercatori che spaziano dall’antropologia culturale e sociale all’etnologia, dal folklore alla museografia, con attenzioni sia alla contemporaneità che ai trascorsi delle discipline. Sempre da questo numero il Direttore è affiancato da un nuovo Comitato di Redazione coordinato dal dott. Eugenio Zito, già segretario editoriale, e che vede come redattrici la dott.ssa Tamara Mykhaylyak e la dott.ssa Milena Greco, con il placet del direttivo SIAC e del suo Presidente.

La rivista ospita una miscellanea e due recensioni di cui diamo qui di seguito sintetici cenni rimandando alla lettura dei saggi.

Nella cornice di un progetto di ricerca indipendente, ma svolto entro la fabbrica con un accordo di ricerca, Fulvia D’Aloisio analizza in prospettiva antropologica e con una metodologia etnografica basata su osservazione partecipante e interviste in profondità il sistema di relazioni industriali in Automobili Lamborghini a Bologna, evidenziando rappresentazioni e prassi che realizzano uno specifico percorso di democrazia industriale.

Annalisa Di Nuzzo riflette sul rapporto tra etnografia e letteratura in relazione alle diverse rappresentazioni della città di Napoli da parte di scrittori, filosofi, antropologi, facendo dialogare piani emico ed etico ed evidenziando come nella scrittura siano reperibili materiali utili per interpretare la complessità delle culture nella postmodernità.

Milena Greco intende riflettere, a partire da una ricerca svolta tra il 2015 e il 2017, sul complesso ruolo della mediazione interculturale con le dinamiche che attiva e le questioni critiche che pone, con particolare riferimento al tema dell’accesso ai servizi sanitari da parte di donne immigrate a Pisa e Napoli, due contesti con differenti politiche sanitarie e sociali.

Fulvio Librandi riassume alcuni punti del dibattito postmoderno sulla scrittura etnografica, soffermandosi su quell’area in cui antropologi e critici letterari trovano un comune terreno di confronto con specifico riferimento ad alcune opere di Corrado Alvaro, in particolare quelle riguardanti la Calabria, spesso valutate non solo per il loro valore letterario, ma proprio anche per quello documentario.

Tamara Mykhaylyak, partendo da ricerche svolte nell’Ottocento sul mondo contadino ucraino e in particolare sull’abitazione rurale, passando quindi per l’epoca sovietica quando si registrò un massiccio esodo di milioni di persone dalle campagne verso le città e l’attenzione dei ricercatori si spostò verso le conseguenti problematiche, giunge agli attuali studiosi ucraini che, se da un lato indagano il passato per capire gli effetti dell’urbanizzazione sovietica sulla società ucraina, dall’altro analizzano nuove tematiche quali ecologia, salute, linguaggi urbani e studio dei ritmi cittadini.

Thea Rossi esamina in che modo, a seguito di un grande disastro naturale quale è stato il terremoto che ha colpito l’Abruzzo nel 2009, la ricostruzione si sia orientata verso progetti molto diversi tra loro. Alcuni di essi hanno come risultato la ricostituzione delle comunità colpite, quale è il caso di Goriano nella provincia dell’Aquila, altre invece la loro dispersione, come accade a L’Aquila stessa, con la costruzione di una città policentrica nuova e uno sconvolgimento della sua pregressa struttura sociale.

Khadija Zahi, Elise Guillermet e Marc Eric Gruénais analizzano in una prospettiva che integra antropologia medica e sociologia della salute il modo in cui le donne che vivono con l’HIV/AIDS in Marocco percepiscono i loro corpi e come affrontano i cambiamenti corporei che tale infezione cronica e la necessaria assunzione degli antiretrovirali producono quotidianamente nelle loro esistenze e in quelle delle loro famiglie, bambini inclusi.

Completano il n. 2 di EtnoAntropologia 2018 due ricche recensioni firmate da Lia Giancristofaro. La prima è sul volume curato da Davide Porporato e Gianpaolo Fassino, Sentieri della memoria. Studi offerti a Piercarlo Grimaldi in occasione del LXX compleanno, Slow Food Editore, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, Bra, 2015, che, con le sue oltre settecento pagine, costituisce un prezioso scrigno di riflessioni sulla cultura popolare in Europa. La seconda fa riferimento al testo di Arnold Van Gennep, Les Jeux et les Sports Populaires de France, a cura di Laurent Sébastien Fournier, Éditions du Comité des Travaux Historiques et Scientificques, Paris, 2015, importante saggio scritto dall’autore tra il 1924 e il 1925, inedito fino al 2015, quando il curatore lo propose in un’edizione critica che ne sottolineava la notevole modernità.